giovedì 21 maggio 2009

Leonardo da Vinci inedito: cameriere e capo cuoco

Tutti ormai conoscono il grande Leonardo da Vinci: pittore, scultore, teorico dell’arte, musico, scrittore, ingegnere meccanico, architetto, scenografo, maestro fonditore, esperto d’artiglieria, inventore, scienziato e quant’altro...
Naquè nel 1452, dal padre Piero, colto notaio e dalla madre Caterina, giovane contadina al servizio dei Da Vinci.
Il piccolo Leonardo fu allevato, esclusivamente dal padre, nella campagne di Vinci e nei suoi primi 15 anni fu libero di osservare la bellezza del paesaggio agrario e ammirare il lavoro dei contadini, dai quali poi, da adulto, avrebbe preso l’ispirazione per ideare macchine agricole, frantoi meccanici, aratri e macine per il grano.
La sua vita ebbe una svolta nel 1576 quando il padre, che rivestiva un ruolo importante nella cerchia della potentissima famiglia Medici, lo fece trasferire a Firenze. Qui Leonardo, attratto dall’irradiante bellezza di una città traboccante d’opere d’arte, si interesso alle molteplici tecniche che nelle “botteghe” venivano sperimentate, sviluppando un talento artistico del tutto speciale. Fu così che il padre, accorgendosi delle doti del figlio e nonostante lo volesse notaio, si decise a contattare una dei migliori maestri dell’epoca: “Mastro Verrochio”. A diciassette anni Leonardo, era finalmente a bottega. Da allora e per molti anni, lavorando anche a Milano, Roma e in Francia, ebbe l’occasione di esprimere il suo immortale genio, grazie all’inestinguibile curiosità di studiare, disegnare, sperimentare, prendere appunti, progettare macchinari.
Vogliamo adesso raccontarvi una storiella fiorentina del tutto inedita sulla vita di Leonardo.
Pochi sanno che, da giovane, poco più che ventenne, fu assunto come cameriere nella “Taverna delle tre Lumache”, in prossimità del Ponte Vecchio. Successivamente fu anche promosso capo cuoco, e in quel ruolo inventò alcuni marchingegni per pelare, triturare ed affettare i vari ingredienti, studiando anche il modo di mandar via i cattivi odori e costruendo un apparecchio per automatizzare l'arrosto. Purtroppo però le sue innovative pietanze, disposte in piccole quantità nei piatti con gusto artistico, non ebbero successo, costringelo all'abbandono dell'attività culinaria.
In poche parole, alla vecchia consuetudine delle “grandi mangiate medievali”, Leonardo voleva sostituire un vitto più fine, in armonia con lo spirito rinascimentale…
Ma forse era avanti di secoli, anche in cucina…