lunedì 20 settembre 2021

Meo Fusciuni ha presentato le sue fragranze da L'O Profumo

 Meo Fusciuni:

ASCOLTA LA MIA STORIA.




In occasione di Pitti Fragranze 2021 Meo Fusciuni ha voluto raccontare i suoi VIAGGI e  la sua COLLEZIONE di Profumi da Profumeria L'O' a Firenze.

Venerdì 17 presso la Profumeria L'O' in Borgo degli Albizi 77r un appuntamento speciale, da tempo pensato e desiderato, con l'artista profumiere Meo Fusciuni che ha raccontato agli ospiti intervenuti, la sua storia, la sua passione per i Profumi, i suoi "viaggi reali e olfattivi" attraverso anche le emozioni e i ricordi.

Nato dalla definizione artistica di profumo come memoria olfattiva, Meo Fusciuni mescola fragranze che rimandano a momenti di vita vissuta attraverso gli odori, in una collezione emozionante e unica, la visione olfattiva di un artista nomade e moderno. Oggi Meo Fusciuni è un marchio italiano indipendente, dove la progettualità ha confini nella ricerca della memoria olfattiva; ieri nel viaggio nomade, oggi nella poesia, domani nella mistica. Meo Fusciuni è liquido odoroso e materia che lo contiene, il linguaggio poetico che lo racconta è racchiuso in un profumo, in un viaggio che dura una vita. 

"Penso che ogni uomo abbia un suo percorso e noi abbiamo deciso di raccontarlo attraverso i profumi"

"Prima la piramide poetica, poi quella olfattiva, è questo il mio pensiero, l'odore prima del profumo, la poesia prima della molecola. 

Per Me creare è un'arte, è un modo per riproporre emozioni e sensazioni vissute, in modo che non ne nascano solo dei profumi da indossare, ma siano un mezzo per identificare un'espressione artistica.
Vorrei emozionare le persone con gli odori, poter raccontare una storia
senza immagini o suoni, senza quasi poter toccare,
quella piccola nuvola odorosa che vicino a noi si spande..."


I VIAGGI di Meo Fusciuni Eau de Parfum

1#nota di viaggio (rites de passage)
(eau de parfum)

"Il nostro primo profumo nasce ad Istanbul, nella porta d’Oriente, nella nota di pepe nero, la magia dei bazar, la nostalgia del ritorno, la gioia di luoghi sacri."


2# nota di viaggio (shukran...)
(eau de parfum)

"Nel secondo viaggio si scoprono i profumi del Marocco.
L’incanto è l’incontro, lo spazio di Luce che percorre il tempo dell’arrivo dal lungo viaggio, dalla Turchia al Marocco."


3#nota di viaggio (ciavuru d'amuri) 
(eau de parfum)

"Questo profumo racconta attraverso le note olfattive che lo compongono i lieti momenti dell’infanzia passata nell’isola, nella casa della nonna e tra le braccia di mia madre durante le processioni sacre. “Ciavuru d’amuri” in siciliano significa “profumo d’amore”. 




LA COLLEZIONE di Meo Fusciuni 
Parfum

Notturno Parfum

"Nel tempo della notte, nel tempo della poesia e della ricerca intima nasce Notturno. Racchiuso in cinque momenti poetici autobiografici, la piramide olfattiva di Notturno vive in un accordo di inchiostro e rhum, frutti lasciati maturare a lungo, come memorie."


Luce Parfum

"Il viaggio è arrivato al suo punto, alla sua soglia, il silenzio.
Nasce da un percorso introspettivo che comincia con l’inizio di un nuovo giorno, quando la natura non si è del tutto risvegliata, l’aria è ancora umida, tutto è stasi e silenzio."


Narcotico Parfum

"Come ogni indelebile segno ricordo bene ogni passo. Un viaggio fisico e mentale in luoghi sacri e trasfigurati dell’Odore dell’animo umano."


Odor 93 Parfum

"Nel viaggio onirico ho racchiuso l’essenza di questo secondo capitolo della mistica.

Nell’immaginario del non trovarsi, del perdersi e soltanto lontano da quel luogo decifrare il significato."


L'oblìo Parfum

“...E se il bene dell’uomo fosse dimenticare, anziché ricordare?” Alla fine di questo cammino ho capito che non volevo più ricordare, volevo solo perdermi nell’oblìo della mia ricerca, e stare in quiete. Dimenticare era diventata la mia salvezza, la mia pace."


Little song Parfum

"La solitudine dell’uomo passa attraverso il suono che lo accompagna nei pensieri, nell’ interpretazione che esso fa della sua vita, passa attraverso una piccola canzone ripetuta all’infinito, che diventa suono nel silenzio, profumo. "


Spirito Parfum

“Ho iniziato a creare questa fragranza leggendo le poesie di Emily Dickinson, ho provato ad immaginare i luoghi dove lei amava passeggiare e da lì sono partito, immaginando di tornare bambino e correre nel mezzo di campi erbosi, ascoltando la natura e respirando la libertà del mio Spirito."


Varanasi Parfum

"Varanasi è un luogo sacro e profano dell’odore, ricco di contrasti e significati. Ho composto lasciandomi guidare dalla viscerale emozione che ho provato il giorno che ho sentito tra le mie mani l’acqua sacra del Gange." 

Da Profumeria L'O' Firenze
Borgo degli Albizi 77r 
Via Pietrapiana 44r 

Nicoletta Curradi

venerdì 25 giugno 2021

Ceramica dolce. Design e artigianato a Montelupo


CERAMICA DOLCE
Design e artigianato a Montelupo
a cura di Silvana Annicchiarico
Cantieri ceramica e design 2020-2021
Palazzo Podestarile
Montelupo Fiorentino

25 giugno – 1 agosto 2021

collezioni e site specific di

Antonio Aricò
Francesco Binfaré
Lorenzo Damiani
Maurizio Galante e Tal Lancman
Duccio Maria Gambi
Valerio Sommella
Mario Trimarchi

con le botteghe ceramiche
Tuscany Art
Ceramiche d’ Arte Dolfi di Ivana Antonini
Ceramiche Bartoloni
Sergio Pilastri Ceramica con Vita
Bitossi Ceramiche
Centro Ceramico Sperimentale di Montelupo
Terrecotte Corradini & Rinaldi

e con la partecipazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Rosa Maria Solinas, Vitali Fedotov, Benedetta Chiari, Elisa Pietracito




Nel Palazzo Podestarile di Montelupo Fiorentino, dal 25 giugno al 1 agosto 2021, si tiene la mostra CERAMICA DOLCE. Design e artigianato a Montelupo, che propone le opere realizzate a conclusione dei Cantieri ceramica e design 2020-2021, durante i quali, sotto la direzione artistica di Silvana Annicchiarico, artisti e designer di caratura internazionale hanno prodotto opere e collezioni direttamente presso le botteghe e le aziende del territorio.

Nella storia di Montelupo Fiorentino la ceramica ha svolto un ruolo attivo e identitario. Ha inciso sull’economia e sulla qualità indiscussa delle tecniche messe a punto nelle botteghe e trasmesse di generazione in generazione, donando alla città una reputazione legata all’idea di bellezza, al gusto del lavoro ben fatto, alla vocazione per la ricerca e la sperimentazione continue. Dal periodo rinascimentale, in cui Montelupo ha di fatto rappresentato “la Fabbrica di Firenze”, alle esperienze manifatturiere del '900, questo territorio ha svolto e svolge un ruolo di primo piano nel panorama internazionale. Il progetto CERAMICA DOLCE ha voluto riprodurre il concetto di Cantiere Artistico, sperimentato negli anni su questo territorio, affidandone la direzione a Silvana Annicchiarico, e prevedendo il coinvolgimento di artisti e designer, che sono venuti a produrre i propri lavori direttamente a Montelupo, lavorando con le maestranze locali, a ricreare un orizzonte di sperimentazione in grado di esplorare il tema del rapporto tra artigianato, arte e design.



Sette collezioni create dagli artisti ospiti e dalle manifatture, con la collaborazione degli studenti dell'Accademia delle Belle Arti, che hanno svolto il ruolo di assistenti alla produzione sviluppando anche una propria progettualità. Sette collezioni per sette ambienti di mostra, che confluiranno in un allestimento nella sede del Palazzo Podestarile, già sede del Museo della Ceramica e attualmente di mostre temporanee, curato da Marco Ulivieri per ricreare uno spazio che racconti l’intero percorso progettuale.

In mostra verrà presentato anche un docufilm realizzato dall’Università IULM di Milano e un catalogo che documenta tutto il lavoro saranno presentati in autunno.

CERAMICA DOLCE ha visto gli artigiani e le aziende della ceramica di Montelupo lavorare fianco a fianco con alcuni dei grandi nomi del design italiano, fin dal concept delle nuove creazioni. L’obiettivo è stato quello di rivisitare e reinventare gli archetipi dell’artigianato montelupino. Il percorso ha avuto inizio lo scorso anno con Matteo Cibic in tandem con il laboratorio d’arte Dolfi di Ivana Antonini. Insieme hanno creato una Collezione che ci proiettava immediatamente in una dimensione altra, in una sorta di Paradiso dei Sogni o di un paese dei balocchi. Con qualcosa di Disney, qualcosa di Magritte e un tocco da Alice nel Paese delle meraviglie. Insomma, la ceramica ci conduceva in una dimensione onirica e visionaria. Il lavoro poi è proseguito coinvolgendo altri laboratori ceramisti e affiancandoli a progettisti con storie fra di loro molto diverse: Antonio Aricò, Francesco Binfaré, Lorenzo Damiani, Maurizio Galante e Tal Lacman, Duccio Maria Gambi, Valerio Sommella e Mario Trimarchi. Sette designer che sono venuti nelle botteghe artigiane ed hanno lavorato con le maestranze locale, confrontandosi, condividendo esperienze, saperi e soprattutto visioni.2x
Antonio Aricò ha lavorato su degli obelischi urbani ispirati all’immaginario dei giardini toscani, una sorta di bestiario fantastico rivisitato; Francesco Binfaré si è ispirato all’archetipo dell’angelo di Andrea della Robbia, interrogandosi su come potesse essere rappresentato e collocato nel contesto della globalizzazione; Lorenzo Damiani ha preparato due collezioni: una di vasi grezzi con incastonati i piatti della tradizione di Montelupo, un’altra di vasi realizzati con gli scarti di lavorazione delle fornaci ceramiche in memoria del ritrovamento dell’antico pozzo dove venivano accatastati gli scarti. E ancora Duccio Maria Gambi si è confrontato direttamente con la materia ceramica esistente, con gli scarti, con un progetto di levigatura e di sottrazione della materia per creare un ponte fra passato remoto e futuro incerto; mentre Maurizio Galante e Tal Lancman si sono proposti di ibridare la tradizione montelupina dei vasi con il mondo dei mostri Kaiju, tipici della fantascienza giapponese, per interrogarsi sul bene e sul male; Valerio Sommella si è misurato sperimentando la matericità delle decorazioni innovando una fase del processo produttivo; e infine Mario Trimarchi ha lavorato a un monumento in ceramica, una torre disequilibrata, sormontata da una grande coppa in bilico che ci fa riflettere sulle nostre fragilità.

“Fondere tradizione e innovazione, memoria e ricerca, notum e novum – afferma la curatrice  Silvana Annicchiarico – è l’idea di fondo che sta alla base della mostra CERAMICA DOLCE. Design e artigianato a Montelupo. Sono convinta che sia qui, in questa pratica di ibridazione e di osmosi, che si gioca oggi la scommessa più importante: non nella separazione dei saperi, non nella gelosa difesa del proprio hortus conclusus, ma nell’incontro, nell’apertura, nella disponibilità a contaminarsi con il diverso da sé. CERAMICA DOLCE lo fa, nella certezza che sia uno dei modi più efficaci per far uscire la ceramica dal ghetto dei souvenir a basso prezzo destinati al gusto massificato del turismo di massa e per far riscoprire al pubblico più vasto la bellezza generata dalle abili mani dei maestri d’arte montelupini, che sono a tutti gli effetti dei veri e propri beni culturali viventi”.
"Quando il design incontra l'arte della ceramica – dichiara Claudio Rocca, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze – si aprono scenari inaspettati; ceramica trattata da secoli a Montelupo che si rinnova continuamente grazie al dialogo fra mestieri e creatività. E' quanto hanno espresso anche gli studenti dell'Accademia di Firenze guidati dal professor Lucchesi che hanno dato il loro contributo a sostegno di questo processo creativo e di innovazione estetica".
“Finalmente inauguriamo al pubblico la mostra conclusiva del progetto curato da Silvana Annicchiarico – conclude Aglaia Viviani, assessore alla cultura del Comune di Montelupo. – Un progetto che ha subito una brusca frenata a causa dell'emergenza sanitaria, ma che appena possibile è ripartito di slancio e ha visto una collaborazione serrata fra gli artigiani, le aziende, la scuola della ceramica e i designer invitati. L’esposizione che inauguriamo oggi narra questo percorso e che ci restituisce un viaggio nell'arte, nella creatività e nell'innovazione di forme, modelli e decorazioni; ci racconta tutto questo in un percorso attraverso la forma e la materia ceramica, presentando collezioni e site specific prodotte nelle botteghe ceramiche con i materiali di eccellenza forniti da Colorobbia, azienda costantemente a fianco della valorizzazione della ceramica e del territorio, alla quale va il nostro sentito ringraziamento. E, ancora, restituisce gli esiti di un processo di collaborazione reso ancora più prezioso dalla partecipazione degli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze, che vogliamo ancora una volta ringraziare per la costante  presenza e partecipazione sul territorio di Montelupo.

Montelupo non è nuova a esperienze di questo tipo, anzi ne ha fatto un tratto distintivo della sua produzione culturale; tanto che abbiamo creato un "modello Montelupo" dal quale hanno attinto anche altre realtà. Un modello di “cantiere”, che sa rinnovarsi ogni volta, e che punta sull'incontro e lo scambio di esperienze e linguaggi diversi”.

Palazzo Podestarile e giardino della Fornace
Via Baccio da Montelupo, 45
Via Giro delle mura, 88

Orari di apertura
martedì e venerdì: 21.00 – 23.00
sabato e domenica: 10.00- 13.00; 17.00 – 19.00; 21.00-23.00
Altri giorni su prenotazione
Progetto dolce
Ceramica e design a Montelupo  
a cura di Silvana Annicchiarico

Nicoletta Curradi 

giovedì 10 giugno 2021

Puccini Gatteschi, un nuovo polo culturale a Pistoia



 

Pistoia guarda al futuro e lo fa riscoprendo un tesoro nascosto del suo passato. Dopo un lungo periodo di chiusura e un’importante operazione di ristrutturazione e restauro, il primo luglio 2021 riapre finalmente al pubblico il settecentesco Teatrino Gatteschi, uno dei più piccoli al mondo, vero gioiello artistico e architettonico nel centro storico della città. Testimone di oltre trecento anni di storia, ma celato agli occhi di tutti dal velo del tempo, il piccolo teatro è adesso pronto a risplendere e ad accogliere di nuovo i visitatori.

 

L’apertura del Teatrino Gatteschi si colloca nell’ambito del nuovo polo culturale “Puccini Gatteschi”, più vasto progetto dell’Associazione Culturale G713 Pistoia Valley, con l’obiettivo di portare alla città un vento di utilità sociale e innovazione culturale. “Puccini Gatteschi” avrà sede nei meravigliosi spazi degli Istituti Raggruppati, in pieno centro a Pistoia, e ospiterà il Caffè Puccini, caffetteria-emporio di idee, il Cinemino Puccini, piccola sala cinema per la proiezione di cortometraggi, e appunto il Teatrino Gatteschi, tutti affacciati su un giardino, il Piccolo Giardino Puccini, che per l’occasione si trasformerà in un piccolo teatro di verzura contemporaneo. Spazi suggestivi e unici nel loro genere, luoghi storici e intimi che grazie a questo progetto torneranno a nuova vita a partire dall’estate con incontri, spettacoli, concerti, laboratori e molti altri eventi.

 

Il Teatrino Gatteschi, datato 1707, è un vero tesoro finora rimasto un po’ nascosto all’interno dell’antico Palazzo Gatteschi, residenza storica appartenuta all’omonima famiglia dal Trecento fino alla prima metà dell’Ottocento. Inserito nel Patrimonio delle Dimore Storiche d’Italia, anno in cui venne costruito per uso privato della famiglia in occasione delle nozze tra Pistoletto Gatteschi e Maria Francesca Bracciolini, probabilmente su progetto del canonico e architetto Francesco Maria Gatteschi (1656-1722). Il piccolissimo teatro si sviluppa in non più di 70 mq su due livelli, con avvincenti invenzioni architettoniche, decorazioni in stucco e visionari affreschi a trompe-l’œil. Adibito a magazzino tra l’Ottocento e il Novecento, il Teatrino Gatteschi perse nel tempo il suo splendore e la sua originaria funzione, che adesso, grazie alla ristrutturazione, potrà finalmente riacquistare, tornando ad ospitare eventi e piccole rappresentazioni teatrali.

 

Dal primo luglio, “Puccini Gatteschi” aprirà al pubblico il Piccolo Giardino Puccini, spazio aperto con giardino arredato a verde, annesso all’antico Palazzo Puccini e adiacente al Teatrino Gatteschi. Grazie vincita del bando “Piccole Bellezze” della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, che promuoveva progetti artistico-architettonici e ambientali per finalità sociali e culturali, l’Associazione ha potuto trasformare il Piccolo Giardino Puccini in un teatro di verzura contemporaneo. Avrà un palco, scenografie e quinte verdi ed ospiterà per tutta l’estate spettacoli, incontri, proiezioni e piccoli concerti di musica, rigorosamente dal vivo e senza amplificazione. L’annesso Caffè Puccini, che offrirà prodotti esclusivamente locali, non sarà solo una semplice caffetteria, ma anche emporio di idee, un social hub, luogo di scambio e interazione sociale, dove davanti ad un caffè si potranno discutere, insieme ad esperti, temi di attualità.

 

E dopo l’estate, appena la situazione epidemiologica lo consentirà, il “Puccini Gatteschi” darà spazio anche al teatro e al cinema, grazie alla piccola sala del Teatrino e ad una saletta per videoproiezioni e incontri da ventinove posti (pre-Covid). A settembre - dal 17 al 19 - il Teatrino Gatteschi ospiterà la prima edizione del Festival Nazionale del Micro Teatro, organizzato in collaborazione con Teatro per la Coscienza, mentre nel Cinemino Puccini verranno proiettati prevalentemente cortometraggi, film muti e d’autore, spesso poco conosciuti ma di altissima qualità. Anche il Cinemino ospiterà incontri all’insegna del confronto e dell’intrattenimento, in linea con lo spirito di “Puccini Gatteschi”, che vuole essere un crocevia di cultura, di scambio e di interazione. Il calendario degli spettacoli sarà curato dall’Associazione G713 e la direzione artistica sarà affidata ad Andrea Massaini, ideatore dell’iniziativa.

Un nuovo spazio aperto ed inclusivo, un luogo magico che cambierà insieme a chi avrà la voglia di cambiarlo.

 

 

Puccini Gatteschi

Vicolo Malconsiglio 7, Pistoia

e.mail g713pistoiavalley@gmail.com

WhatsApp 347 3479831

Pagine Facebook:

@g713pistoiavalley


Nicoletta Curradi 

In Oltrarno novità al Dolce Emporio

 



In Oltrarno tornano gli aperitivi e le degustazioni Dolce Emporio

Al Dolce Emporio, la boutique del gusto condotta dallo chef Fabio Barbaglini in Borgo San Frediano 128r i vini selezionati dallo chef e dalla moglie Federica Lippi sono di nuovo disponibili da gustare al calice,  al banco del locale e ora pure all’aperto. Ogni giorno, eccetto la domenica  dalle 18 alle 20 è infatti possibile sedersi al tavolo in piazza de’ Nerli  scegliendo il proprio bicchiere o una bottiglia da condividere con gli amici, tra le proposte del Dolce Emporio.
Dato che non si può viaggiare tanto all'estero, qui è possibile scegliere un aperitivo dal sapore internazionale con le degustazioni che ripartono con due nuove formule.




Ogni martedì dalle 18 alle 20 ecco Happy Fish: oltre alla più ampia selezione del Dolce Emporio, vengono proposti tre particolari vini al calice, accompagnati da un boccone gourmet a base di acciughe del Cantabrico Conservas Emilia.
Ogni giovedì dalle 18 alle 20, invece, è la volta di Happy Fuà: in degustazione ci sono tre etichette ideali per esaltare il gusto del foie gras. Ogni calice viene accompagnato da un assaggio di Fuà, il foie gras in torcione della linea Fiori di Spezie, firmata dallo stesso Barbaglini e in vendita in esclusiva al Dolce Emporio. Al naturale, al mandarino candito e pepe di Timut, con fragoline in mostarda e pepe rosa e prossimamente in altre varianti, da assaggiare in anteprima, cercando il miglior calice da abbinare.

Per chi lo preferisce è sempre possibile ordinare un kit aperitivo da asporto, come l’Aperitivo Gustoso, con Franciacorta Brut Biondelli, Acciughe del Cantabrico e patatine spagnole San Nicasio, o l’Aperitivo Raffinato, con foie gras al naturale, lingue di suocera e una bottiglia a scelta tra Riesling e Pouilly Fumé della Loira. Disponibili anche due pacchetti pensati per una cena indoor senza pensieri. Ordini anche online sul sito www.dolcemporio.shop, per telefono allo 055 3897066 o anche via Whatsapp al 338 2596812.




Un cenno sullo chef Fabio Barbaglini

Già al lavoro a 14 anni, nelle cucine del Lago Maggiore, Fabio Barbaglini perfeziona gli studi in Svizzera, per poi lavorare in diversi stellati internazionali, fino ad aprire il primo ristorante a 23 anni, il “Caffè Groppi” a Trecate (No), premiato con la stella Michelin nel 2004. Tra le esperienze più significative quella come capo partita all’Antica Osteria del Ponte a Cassinetta di Lugagnano (3 stelle Michelin), ristorante che riaprirà poi nel 2012 in qualità di chef-patron. La filosofia dietro il rilancio de “La Cassinetta” si può sintetizzare in “naturale concezione del gusto”, concetto che tornerà nelle successive esperienze come consulente nel campo della ristorazione italiana e internazionale. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nell’arco della carriera, come la stella Michelin del Mont Blanc Hotel Village di La Salle, nel 2011, e il premio per la migliore performance conferito più volte dalla Guida dell’Espresso. Nel 2017 l’approdo a Firenze, dove il progetto si è ampliato dalla ristorazione alla selezione e vendita di prodotti di alto livello con il progetto Dolce Emporio.

Dolce Emporio / Borgo San Frediano 128/r – Firenze / Tel. 055 3897066 – info@dolcemporio.shop
lun-sab dalle 10-12.30 e 15.30-19.30
www.dolcemporio.shop




Fabrizio Del Bimbo

venerdì 28 maggio 2021

Apre Grand Tour al Giardino Corsini

 




APRE “GRAND TOUR”
la mostra itinerante dedicata alla tradizione e alla contemporaneità della ceramica italiana a cura dell’Associazione Italiana Città della Ceramica-AiCC.
Arriva a Firenze ospitata per la prima volta da ARTIGIANATO E PALAZZO al Giardino di Palazzo Corsini.
29 maggio - 6 giugno 2021
Ingresso Libero

Il lungo viaggio di GRAND TOUR – la mostra itinerante alla scoperta della straordinaria tradizione e contemporaneità della ceramica italiana, attraverso la collezione di rappresentanza dell’Associazione Italiana Città della Ceramica – AiCC – fa tappa quest’anno a Firenze, ospitata per la prima volta da ARTIGIANATO E PALAZZO nel Giardino di Palazzo Corsini (29 MAGGIO - 6 GIUGNO 2021- Ingresso Libero).
“Avere la possibilità di presentare al pubblico la bella mostra “GRAND TOUR” ci emoziona, perché descrive con intelligenza e gusto, ciò che il nostro paese ha saputo tramandare nelle tante “città della ceramica” raccontando – come solo il pane del resto sa fare – le diversità di ogni regione, territorio, frazione in un caleidoscopio di forme, colori e sapori”, dichiarano Sabina Corsini, Presidente dell’Associazione Giardino Corsini e Neri Torrigiani, ideatore ed organizzatore di ARTIGIANATO E PALAZZO.
L’esposizione, a cura di Jean Blanchaert, Viola Emaldi e Anty Pansera e coordinata da Giuseppe Olmeti, è composta da oltre 170 opere provenienti da 15 regioni per 45 comuni italiani, centri di produzione ceramica depositari di un saper fare straordinario tramandato da secoli: dalla Puglia al Veneto, dalla Sicilia e Sardegna alla Liguria e Piemonte, dagli Abruzzi alla Romagna e alla Toscana.
“Nel nostro progetto espositivo - afferma Massimo Isola, Sindaco di Faenza, Presidente dell’Associazione Italiana Città della Ceramica – AiCC - il materiale e l’immaginario si incontrano in questi lavori, opere uniche che rappresentano capolavori in ceramica, storie di singole botteghe e di decine di comunità, diffuse in ogni angolo della penisola.”
Oggetti d’arte, quelli visibili a Grand Tour, riedizioni fedeli di pezzi storici, ispirati da forme e decori trasmessi nel tempo, o interpretazioni della tradizione in chiave moderna, realizzate a mano oggi come ieri da giovani ceramisti e  maestri di bottega in laboratori artistici, aziende artigiane, manifatture. Oggetti carichi di una forte valenza estetica e di una chiara funzione d'uso, rappresentativi della cifra stilistica delle città dalle quali provengono.
“Ogni città, nel tempo, ha costruito attraverso la ceramica una identità culturale propria, che con “Grand Tour” è possibile leggere: ceramiche che hanno assorbito il passare del tempo e il cambiamento del gusto e del costume, e che magicamente rappresentano lo spirito del luogo come il vino, il formaggio o l'accento della lingua italiana. Opere che raccontano come è cambiata l’idea di bellezza e come si sono trasformate negli anni le abitudini degli italiani”, spiegano Jean Blanchaert e Viola Emaldi, curatori della mostra insieme a Anty Pansera.

IL PROGETTO ESPOSITIVO
Il progetto espositivo ideato da Viola Emaldi – pensato  per essere itinerante – è quello di offrire al pubblico un racconto delle città italiane della ceramica attraverso quei manufatti che appartengono all’identità storico-culturale dei centri di eccellenza e dell’Italia intera.

Un viaggio nel viaggio, con un richiamo nominale al viaggio culturale in Italia, che dalla fine del Seicento ha portato nel nostro Paese giovani studenti ed intellettuali europei, alla scoperta del nostro patrimonio storico.
E come nomade è il viaggio del “gran turista”, così è l’allestimento espositivo di Grand Tour, mobile ed adattabile come un bagaglio nel suo essere costituito dalle stesse casse di trasporto che, prima aperte e poi combinate in una grande installazione dove ogni parte si fonde in una caleidoscopica visione d'insieme, si richiudono, infine, in direzione della prossima meta.

LA MOSTRA
Un viaggio nella storia e nella contemporaneità della cermamica
Le opere esposte in Mostra sono riedizioni di pezzi storici o produzioni moderne, testimoni di stili diversi: dall'Arcaico al tardo Medioevo, dal Rinascimento al Settecento, dal Neoclassico al secolo dei Lumi, al Liberty e al Decò, fino al Design contemporaneo.
Oggetti di uso comune o puramente decorativi, ispirate a forme e decori storici che, attraverso l'artigianato artistico, diventano simbolo condiviso di una identità territoriale che si rinnova di generazione in generazione e sa essere contemporanea: contenitori per la tavola, dalle forme semplici o complesse, dal grande “piatto da parata” alle “famiglie” dei vasi e delle brocche, anse e “bocche” all’insegna di un’ergonomia consolidata dal tempo, non solo ornamentali ma di servizio. Ma, anche, piccoli complementi/articoli di fantasia che caratterizzano i territori: dal ciuccio o asinello, di Vietri alle teste di moro del nostro Sud, così come per le pigne. 
“Una produzione che coniuga l’ “etica” - all’insegna della sostenibilità che caratterizza sempre più i nostri tempi (aggiornati smalti e cristalline) -, con l’estetica, testimonianze di gusti consolidati dalla  tradizione (forme e  “abbellimenti” decorativi), che ci immerge non tanto nella storia del costume quanto nella storia di quelle “arti minori/applicate” che si stanno riprendendo il palcoscenico”, afferma Anty Pansera, curatore della Mostra insieme a Jean Blanchaert e Viola Emaldi.
L'Italia viene così raccontata a Grand Tour da ceramiche dalle forme e dai segni più svariati: a volte è il decoro a prevalere, altre volte è la figura, dal segno graffito alla pennellata, e altre ancora la plastica, eseguita a mano libera o a stampo.
Allestita nella grande Limonaia restaurata del Giardino Corsini, sarà visitabile dal 29 maggio al 6 giugno (ingresso gratuito) con l’occasione, per appassionati e curiosi, di approfondire la conoscenza del grande universo della ceramica italiana.
“GRAND TOUR” è una mostra intelligente ed itinerante, che è stata presentata in molte città italiane ma soprattutto all’estero presso Musei e sedi istituzionali, da Bruxelles a Aubagne, da Argentona a Boleslawiec, da Lugano a Cracovia fino a Rijeka.

IL SETTORE
L'Italia è un luogo caratterizzato da un impressionante numero di città-museo o paesi-museo, eccellenze ben note: Roma, Venezia, Firenze, o di dimensioni minori e più specifiche come Pompei, Matera, Ravenna.  Altre ancora si connotano per il profondo senso identitario (artistico o artigianale) che le rende uniche ed eccellenti: è il caso delle città di affermata tradizione ceramica: Albisola Superiore, Albissola Marina, Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Assemini, Bassano del Grappa, Borgo San Lorenzo, Burgio, Caltagirone, Castellamonte, Cava de' Tirreni, Castelli, Cerreto Sannita, Civita Castellana, Cutrufiano, Deruta, Este, Faenza, Grottaglie, Gualdo Tadino, Gubbio, Impruneta, Laterza, Laveno - Mombello, Lodi, Montelupo Fiorentino, Napoli- Capodimonte, Nove, Oristano, Orvieto, Pesaro, San Lorenzello, Santo Stefano di Camastra, Sciacca, Sesto Fiorentino, Squillace, Urbania, Viterbo e Vietri sul Mare.
Ognuna di queste è un centro ceramico di antica tradizione, possiede un genius loci che la distingue dalle altre ed è espressione di un territorio, dei suoi usi e costumi, sia per quel che riguarda il folklore popolare sia la manifattura per l'aristocrazia.


Nicoletta Curradi 

lunedì 24 maggio 2021

La Madonna del Solletico di Masaccio esposta a Siena


L’opera fa parte della mostra che è aperta fino al  2 novembre all’interno del Complesso del Duomo di Siena, dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini




All’interno del Complesso monumentale del Duomo di Siena è visibile la mostra dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426, un principe della Chiesa al centro della politica religiosa del suo tempo, tanto da essere definito ‘l’altro papa’ da un diplomatico senese.

    Fra le opere appartenute all'insigne umanista e teologo la Madonna col Bambino, detta 'del Solletico', di Masaccio, tangibile segno del legame intenso del Casini con la Vergine Maria, è un prestito concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, alla Fabbriceria senese. All'interno del complesso del Duomo di Siena, Casini ha lasciato un'eredità artistica significativa come il rilievo di Jacopo della Quercia nella Galleria delle Statue del Museo dell'Opera, la copia del suo testamento nell'Archivio dell'Opera della Metropolitana o l'elegante pastorale con il Battesimo della Sala del Tesoro.

L'iconografia dell'opera di Masaccio è piuttosto insolita. La Madonna regge in braccio il Bambino in fasce e con la destra lo benedice alzando due dita, ma il gesto si tramuta in un gesto più familiare, forse di solletico, che fa ridere il Figliuolo e gli fa afferrare il polso della madre con le manine. Lo sfondo è uno strato d'oro, sul quale risaltano le aureole finemente incise.
Il volto di Maria è comunque serio, come imponeva allora l'iconografia, poiché sottintendeva alla consapevolezza della sorte tragica del figlio. Un elemento particolare è il pendente di corallo rosso al collo del Bambino, rivoltato di lato nel gioco. Esso è un amuleto di valore apotropaico di origine antichissima ed ancora oggi diffuso come dono ai neonati: nel campo della pittura rinascimentale si vede anche, ad esempio, nella Madonna di Senigallia e nella Pala di Brera di Piero della Francesca. Secondo la tradizione pagana i rametti appuntiti infilzavano il malocchio lanciato per invidia, mentre per i cristiani il suo colore rosso ricordava il sangue di Cristo, usato già nel medioevo per i reliquiari della Croce. Il corallo assumeva così la valenza di simbolo della doppia natura di Cristo, umana e divina.




Un altro prestito del Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto, in mostra, è la bella Madonna delle ciliegie del Sassetta, cioè Stefano di Giovanni di Consolo, che fu apprezzato come pittore e considerato uno dei maggiori esponenti della pittura senese della prima metà del Quattrocento. L’opera in mostra è del 1445 circa e presenta il bambino Gesù mentre mangia una di quelle ciliegie che la Madonna tiene in mano.

    "E' un approfondimento culturale all'interno del complesso e dell'acropoli che acquisisce una valenza significativa e amplia l'offerta di visita per un turismo di qualità in questo momento di ripartenza", ha detto il Rettore dell'Opera della Metropolitana, Guido Pratesi.

L'esposizione, promossa dall'Opera della Metropolitana, è ideata e organizzata da Opera Laboratori, con la collaborazione dell'Arcidiocesi di Siena - Colle Val d'Elsa- Montalcino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo, della Biblioteca comunale degli Intronati.

Info: wwww.operaduomo.siena.it

Nicoletta Curradi

martedì 11 maggio 2021

La Collezione Piccolomini Spannocchi riunita in Santa Maria della Scala a Siena

  Con opere provenienti dalle Collezioni Gonzaga di Mantova e dal ramo d’Asburgo



L' 11 maggio 2021 il Santa Maria della Scala  a Siena ha dato il via  al  nuovo allestimento museale dedicato interamente alla Collezione Piccolomini Spannocchi finalmente riunita. Le sale del quarto livello dell’antico ospedale ospiteranno in modo permanente quella che, per vari motivi, è una delle collezioni più interessanti e si presenta come una delle più affascinanti e forse meno conosciute raccolte di opere d’arte della città di Siena.  Vengono riunificate 165 opere di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola,    Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma; Albrecht Dürer, Otto van Veen, Albrecht Altdorfer, Peeter Snayers.




La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Direzione Regionale Musei della Toscana (Direttore Stefano Casciu), il Comune di Siena (Sindaco Luigi De Mossi), e la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo (Soprintendente Andrea Muzzi). A ciò si unisce il contributo della Galleria degli Uffizi, con il prestito concesso dal Direttore Eike Schmidt  delle due opere della collezione Piccolomini Spannocchi lì depositate dal 1913, e quello dell’Amministrazione Provinciale (Presidente Silvio Franceschelli) con la concessione delle due opere ancora conservate nella sua sede. Della raccolta è parte integrante anche una serie di cartoni di Domenico Beccafumi, relativi al pavimento del Duomo di Siena: questi ultimi lavori, unica eccezione, resteranno alla Pinacoteca Nazionale di Siena mentre il resto, proveniente in massima parte proprio da questo museo (137 dipinti), viene riunito dopo oltre un secolo agli altri quadri della Piccolomini disseminati altrove. Si tratta in particolare di 24 opere dal Museo Civico di Siena oltre a 2 dalla Provincia di Siena e 2 dagli Uffizi.




La Collezione Spannocchi nasce nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi e riunisce le raccolte di famiglia provenienti in parte dai Giuseppe Spannocchi e dal ramo tirolese degli Asburgo. Nel 1835 la famiglia donò la quadreria alla Comunità Civica di Siena da cui passò alla Galleria dell’Istituto di Belle Arti. Ultimo passaggio, precedente all’attuale, è nel 1932 quando le opere giungono nella nuova Regia Pinacoteca Nazionale dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, ordinata da Cesare Brandi. Il progetto di riunione  è curato dal direttore regionale Musei della Toscana Stefano Casciu, da Elena Rossoni e dal soprintendente Andrea Muzzi.

Nicoletta Curradi

























sabato 20 febbraio 2021

Un'anteprima eccezionale da L'O' Profumo in Borgo Albizi 77r


Nei giorni scorsi è stato presentato in anteprima al negozio di L'O Profumo di Firenze (Borgo Albizi 77r) il nuovo contorno occhi di L'Odaïtès, un prodotto che è frutto di una ricerca scrupolosa durata tre anni.



Nabila, la creatrice, cercava e voleva per la sua linea un prodotto che fosse "perfetto" con ciò che ritiene obbligatorio per il viso e per riuscire a crearlo ha impiegato tutto questo tempo. .
Un sacrificio sicuramente importante che testimonia attenzione estrema verso le clienti.
Ha infatti preferito non vendere un prodotto che nella sua linea mancava, piuttosto che non offrire un'esperienza eccellente alle utilizzatrici.

Quindi dal 19 febbraio, in esclusiva nazionale, è disponibile il contorno occhi  "Prodigioso", innovativo, rivoluzionario:

🌴FRAICHEUR DE L'AUBE🌴
di L'Odaïtès by NABILA.

Un cosmetico bio, dal forte potere rigenerante, a base di Linfa di Dattero, Olio di Semi di Fico d'India, Clorofilla, Acido Ialuronico.
Luminosità e bellezza totale per il contorno occhi, la giovinezza nello sguardo. 


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Una combinazione unica, a base di
Linfa di Dattero e olio di semi di Fico d'India arricchita con Acido Ialuronico e Clorofilla.
Una consistenza setosa che regala
luminosità per un'azione completa
di bellezza per il contorno occhi.

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Nicoletta Curradi 

* Foto di Fabrizio Del Bimbo