lunedì 24 maggio 2021

La Madonna del Solletico di Masaccio esposta a Siena


L’opera fa parte della mostra che è aperta fino al  2 novembre all’interno del Complesso del Duomo di Siena, dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini




All’interno del Complesso monumentale del Duomo di Siena è visibile la mostra dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426, un principe della Chiesa al centro della politica religiosa del suo tempo, tanto da essere definito ‘l’altro papa’ da un diplomatico senese.

    Fra le opere appartenute all'insigne umanista e teologo la Madonna col Bambino, detta 'del Solletico', di Masaccio, tangibile segno del legame intenso del Casini con la Vergine Maria, è un prestito concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, alla Fabbriceria senese. All'interno del complesso del Duomo di Siena, Casini ha lasciato un'eredità artistica significativa come il rilievo di Jacopo della Quercia nella Galleria delle Statue del Museo dell'Opera, la copia del suo testamento nell'Archivio dell'Opera della Metropolitana o l'elegante pastorale con il Battesimo della Sala del Tesoro.

L'iconografia dell'opera di Masaccio è piuttosto insolita. La Madonna regge in braccio il Bambino in fasce e con la destra lo benedice alzando due dita, ma il gesto si tramuta in un gesto più familiare, forse di solletico, che fa ridere il Figliuolo e gli fa afferrare il polso della madre con le manine. Lo sfondo è uno strato d'oro, sul quale risaltano le aureole finemente incise.
Il volto di Maria è comunque serio, come imponeva allora l'iconografia, poiché sottintendeva alla consapevolezza della sorte tragica del figlio. Un elemento particolare è il pendente di corallo rosso al collo del Bambino, rivoltato di lato nel gioco. Esso è un amuleto di valore apotropaico di origine antichissima ed ancora oggi diffuso come dono ai neonati: nel campo della pittura rinascimentale si vede anche, ad esempio, nella Madonna di Senigallia e nella Pala di Brera di Piero della Francesca. Secondo la tradizione pagana i rametti appuntiti infilzavano il malocchio lanciato per invidia, mentre per i cristiani il suo colore rosso ricordava il sangue di Cristo, usato già nel medioevo per i reliquiari della Croce. Il corallo assumeva così la valenza di simbolo della doppia natura di Cristo, umana e divina.




Un altro prestito del Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto, in mostra, è la bella Madonna delle ciliegie del Sassetta, cioè Stefano di Giovanni di Consolo, che fu apprezzato come pittore e considerato uno dei maggiori esponenti della pittura senese della prima metà del Quattrocento. L’opera in mostra è del 1445 circa e presenta il bambino Gesù mentre mangia una di quelle ciliegie che la Madonna tiene in mano.

    "E' un approfondimento culturale all'interno del complesso e dell'acropoli che acquisisce una valenza significativa e amplia l'offerta di visita per un turismo di qualità in questo momento di ripartenza", ha detto il Rettore dell'Opera della Metropolitana, Guido Pratesi.

L'esposizione, promossa dall'Opera della Metropolitana, è ideata e organizzata da Opera Laboratori, con la collaborazione dell'Arcidiocesi di Siena - Colle Val d'Elsa- Montalcino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo, della Biblioteca comunale degli Intronati.

Info: wwww.operaduomo.siena.it

Nicoletta Curradi

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