venerdì 28 maggio 2021

Apre Grand Tour al Giardino Corsini

 




APRE “GRAND TOUR”
la mostra itinerante dedicata alla tradizione e alla contemporaneità della ceramica italiana a cura dell’Associazione Italiana Città della Ceramica-AiCC.
Arriva a Firenze ospitata per la prima volta da ARTIGIANATO E PALAZZO al Giardino di Palazzo Corsini.
29 maggio - 6 giugno 2021
Ingresso Libero

Il lungo viaggio di GRAND TOUR – la mostra itinerante alla scoperta della straordinaria tradizione e contemporaneità della ceramica italiana, attraverso la collezione di rappresentanza dell’Associazione Italiana Città della Ceramica – AiCC – fa tappa quest’anno a Firenze, ospitata per la prima volta da ARTIGIANATO E PALAZZO nel Giardino di Palazzo Corsini (29 MAGGIO - 6 GIUGNO 2021- Ingresso Libero).
“Avere la possibilità di presentare al pubblico la bella mostra “GRAND TOUR” ci emoziona, perché descrive con intelligenza e gusto, ciò che il nostro paese ha saputo tramandare nelle tante “città della ceramica” raccontando – come solo il pane del resto sa fare – le diversità di ogni regione, territorio, frazione in un caleidoscopio di forme, colori e sapori”, dichiarano Sabina Corsini, Presidente dell’Associazione Giardino Corsini e Neri Torrigiani, ideatore ed organizzatore di ARTIGIANATO E PALAZZO.
L’esposizione, a cura di Jean Blanchaert, Viola Emaldi e Anty Pansera e coordinata da Giuseppe Olmeti, è composta da oltre 170 opere provenienti da 15 regioni per 45 comuni italiani, centri di produzione ceramica depositari di un saper fare straordinario tramandato da secoli: dalla Puglia al Veneto, dalla Sicilia e Sardegna alla Liguria e Piemonte, dagli Abruzzi alla Romagna e alla Toscana.
“Nel nostro progetto espositivo - afferma Massimo Isola, Sindaco di Faenza, Presidente dell’Associazione Italiana Città della Ceramica – AiCC - il materiale e l’immaginario si incontrano in questi lavori, opere uniche che rappresentano capolavori in ceramica, storie di singole botteghe e di decine di comunità, diffuse in ogni angolo della penisola.”
Oggetti d’arte, quelli visibili a Grand Tour, riedizioni fedeli di pezzi storici, ispirati da forme e decori trasmessi nel tempo, o interpretazioni della tradizione in chiave moderna, realizzate a mano oggi come ieri da giovani ceramisti e  maestri di bottega in laboratori artistici, aziende artigiane, manifatture. Oggetti carichi di una forte valenza estetica e di una chiara funzione d'uso, rappresentativi della cifra stilistica delle città dalle quali provengono.
“Ogni città, nel tempo, ha costruito attraverso la ceramica una identità culturale propria, che con “Grand Tour” è possibile leggere: ceramiche che hanno assorbito il passare del tempo e il cambiamento del gusto e del costume, e che magicamente rappresentano lo spirito del luogo come il vino, il formaggio o l'accento della lingua italiana. Opere che raccontano come è cambiata l’idea di bellezza e come si sono trasformate negli anni le abitudini degli italiani”, spiegano Jean Blanchaert e Viola Emaldi, curatori della mostra insieme a Anty Pansera.

IL PROGETTO ESPOSITIVO
Il progetto espositivo ideato da Viola Emaldi – pensato  per essere itinerante – è quello di offrire al pubblico un racconto delle città italiane della ceramica attraverso quei manufatti che appartengono all’identità storico-culturale dei centri di eccellenza e dell’Italia intera.

Un viaggio nel viaggio, con un richiamo nominale al viaggio culturale in Italia, che dalla fine del Seicento ha portato nel nostro Paese giovani studenti ed intellettuali europei, alla scoperta del nostro patrimonio storico.
E come nomade è il viaggio del “gran turista”, così è l’allestimento espositivo di Grand Tour, mobile ed adattabile come un bagaglio nel suo essere costituito dalle stesse casse di trasporto che, prima aperte e poi combinate in una grande installazione dove ogni parte si fonde in una caleidoscopica visione d'insieme, si richiudono, infine, in direzione della prossima meta.

LA MOSTRA
Un viaggio nella storia e nella contemporaneità della cermamica
Le opere esposte in Mostra sono riedizioni di pezzi storici o produzioni moderne, testimoni di stili diversi: dall'Arcaico al tardo Medioevo, dal Rinascimento al Settecento, dal Neoclassico al secolo dei Lumi, al Liberty e al Decò, fino al Design contemporaneo.
Oggetti di uso comune o puramente decorativi, ispirate a forme e decori storici che, attraverso l'artigianato artistico, diventano simbolo condiviso di una identità territoriale che si rinnova di generazione in generazione e sa essere contemporanea: contenitori per la tavola, dalle forme semplici o complesse, dal grande “piatto da parata” alle “famiglie” dei vasi e delle brocche, anse e “bocche” all’insegna di un’ergonomia consolidata dal tempo, non solo ornamentali ma di servizio. Ma, anche, piccoli complementi/articoli di fantasia che caratterizzano i territori: dal ciuccio o asinello, di Vietri alle teste di moro del nostro Sud, così come per le pigne. 
“Una produzione che coniuga l’ “etica” - all’insegna della sostenibilità che caratterizza sempre più i nostri tempi (aggiornati smalti e cristalline) -, con l’estetica, testimonianze di gusti consolidati dalla  tradizione (forme e  “abbellimenti” decorativi), che ci immerge non tanto nella storia del costume quanto nella storia di quelle “arti minori/applicate” che si stanno riprendendo il palcoscenico”, afferma Anty Pansera, curatore della Mostra insieme a Jean Blanchaert e Viola Emaldi.
L'Italia viene così raccontata a Grand Tour da ceramiche dalle forme e dai segni più svariati: a volte è il decoro a prevalere, altre volte è la figura, dal segno graffito alla pennellata, e altre ancora la plastica, eseguita a mano libera o a stampo.
Allestita nella grande Limonaia restaurata del Giardino Corsini, sarà visitabile dal 29 maggio al 6 giugno (ingresso gratuito) con l’occasione, per appassionati e curiosi, di approfondire la conoscenza del grande universo della ceramica italiana.
“GRAND TOUR” è una mostra intelligente ed itinerante, che è stata presentata in molte città italiane ma soprattutto all’estero presso Musei e sedi istituzionali, da Bruxelles a Aubagne, da Argentona a Boleslawiec, da Lugano a Cracovia fino a Rijeka.

IL SETTORE
L'Italia è un luogo caratterizzato da un impressionante numero di città-museo o paesi-museo, eccellenze ben note: Roma, Venezia, Firenze, o di dimensioni minori e più specifiche come Pompei, Matera, Ravenna.  Altre ancora si connotano per il profondo senso identitario (artistico o artigianale) che le rende uniche ed eccellenti: è il caso delle città di affermata tradizione ceramica: Albisola Superiore, Albissola Marina, Ariano Irpino, Ascoli Piceno, Assemini, Bassano del Grappa, Borgo San Lorenzo, Burgio, Caltagirone, Castellamonte, Cava de' Tirreni, Castelli, Cerreto Sannita, Civita Castellana, Cutrufiano, Deruta, Este, Faenza, Grottaglie, Gualdo Tadino, Gubbio, Impruneta, Laterza, Laveno - Mombello, Lodi, Montelupo Fiorentino, Napoli- Capodimonte, Nove, Oristano, Orvieto, Pesaro, San Lorenzello, Santo Stefano di Camastra, Sciacca, Sesto Fiorentino, Squillace, Urbania, Viterbo e Vietri sul Mare.
Ognuna di queste è un centro ceramico di antica tradizione, possiede un genius loci che la distingue dalle altre ed è espressione di un territorio, dei suoi usi e costumi, sia per quel che riguarda il folklore popolare sia la manifattura per l'aristocrazia.


Nicoletta Curradi 

lunedì 24 maggio 2021

La Madonna del Solletico di Masaccio esposta a Siena


L’opera fa parte della mostra che è aperta fino al  2 novembre all’interno del Complesso del Duomo di Siena, dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini




All’interno del Complesso monumentale del Duomo di Siena è visibile la mostra dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426, un principe della Chiesa al centro della politica religiosa del suo tempo, tanto da essere definito ‘l’altro papa’ da un diplomatico senese.

    Fra le opere appartenute all'insigne umanista e teologo la Madonna col Bambino, detta 'del Solletico', di Masaccio, tangibile segno del legame intenso del Casini con la Vergine Maria, è un prestito concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, alla Fabbriceria senese. All'interno del complesso del Duomo di Siena, Casini ha lasciato un'eredità artistica significativa come il rilievo di Jacopo della Quercia nella Galleria delle Statue del Museo dell'Opera, la copia del suo testamento nell'Archivio dell'Opera della Metropolitana o l'elegante pastorale con il Battesimo della Sala del Tesoro.

L'iconografia dell'opera di Masaccio è piuttosto insolita. La Madonna regge in braccio il Bambino in fasce e con la destra lo benedice alzando due dita, ma il gesto si tramuta in un gesto più familiare, forse di solletico, che fa ridere il Figliuolo e gli fa afferrare il polso della madre con le manine. Lo sfondo è uno strato d'oro, sul quale risaltano le aureole finemente incise.
Il volto di Maria è comunque serio, come imponeva allora l'iconografia, poiché sottintendeva alla consapevolezza della sorte tragica del figlio. Un elemento particolare è il pendente di corallo rosso al collo del Bambino, rivoltato di lato nel gioco. Esso è un amuleto di valore apotropaico di origine antichissima ed ancora oggi diffuso come dono ai neonati: nel campo della pittura rinascimentale si vede anche, ad esempio, nella Madonna di Senigallia e nella Pala di Brera di Piero della Francesca. Secondo la tradizione pagana i rametti appuntiti infilzavano il malocchio lanciato per invidia, mentre per i cristiani il suo colore rosso ricordava il sangue di Cristo, usato già nel medioevo per i reliquiari della Croce. Il corallo assumeva così la valenza di simbolo della doppia natura di Cristo, umana e divina.




Un altro prestito del Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto, in mostra, è la bella Madonna delle ciliegie del Sassetta, cioè Stefano di Giovanni di Consolo, che fu apprezzato come pittore e considerato uno dei maggiori esponenti della pittura senese della prima metà del Quattrocento. L’opera in mostra è del 1445 circa e presenta il bambino Gesù mentre mangia una di quelle ciliegie che la Madonna tiene in mano.

    "E' un approfondimento culturale all'interno del complesso e dell'acropoli che acquisisce una valenza significativa e amplia l'offerta di visita per un turismo di qualità in questo momento di ripartenza", ha detto il Rettore dell'Opera della Metropolitana, Guido Pratesi.

L'esposizione, promossa dall'Opera della Metropolitana, è ideata e organizzata da Opera Laboratori, con la collaborazione dell'Arcidiocesi di Siena - Colle Val d'Elsa- Montalcino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo, della Biblioteca comunale degli Intronati.

Info: wwww.operaduomo.siena.it

Nicoletta Curradi

martedì 11 maggio 2021

La Collezione Piccolomini Spannocchi riunita in Santa Maria della Scala a Siena

  Con opere provenienti dalle Collezioni Gonzaga di Mantova e dal ramo d’Asburgo



L' 11 maggio 2021 il Santa Maria della Scala  a Siena ha dato il via  al  nuovo allestimento museale dedicato interamente alla Collezione Piccolomini Spannocchi finalmente riunita. Le sale del quarto livello dell’antico ospedale ospiteranno in modo permanente quella che, per vari motivi, è una delle collezioni più interessanti e si presenta come una delle più affascinanti e forse meno conosciute raccolte di opere d’arte della città di Siena.  Vengono riunificate 165 opere di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola,    Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma; Albrecht Dürer, Otto van Veen, Albrecht Altdorfer, Peeter Snayers.




La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Direzione Regionale Musei della Toscana (Direttore Stefano Casciu), il Comune di Siena (Sindaco Luigi De Mossi), e la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo (Soprintendente Andrea Muzzi). A ciò si unisce il contributo della Galleria degli Uffizi, con il prestito concesso dal Direttore Eike Schmidt  delle due opere della collezione Piccolomini Spannocchi lì depositate dal 1913, e quello dell’Amministrazione Provinciale (Presidente Silvio Franceschelli) con la concessione delle due opere ancora conservate nella sua sede. Della raccolta è parte integrante anche una serie di cartoni di Domenico Beccafumi, relativi al pavimento del Duomo di Siena: questi ultimi lavori, unica eccezione, resteranno alla Pinacoteca Nazionale di Siena mentre il resto, proveniente in massima parte proprio da questo museo (137 dipinti), viene riunito dopo oltre un secolo agli altri quadri della Piccolomini disseminati altrove. Si tratta in particolare di 24 opere dal Museo Civico di Siena oltre a 2 dalla Provincia di Siena e 2 dagli Uffizi.




La Collezione Spannocchi nasce nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi e riunisce le raccolte di famiglia provenienti in parte dai Giuseppe Spannocchi e dal ramo tirolese degli Asburgo. Nel 1835 la famiglia donò la quadreria alla Comunità Civica di Siena da cui passò alla Galleria dell’Istituto di Belle Arti. Ultimo passaggio, precedente all’attuale, è nel 1932 quando le opere giungono nella nuova Regia Pinacoteca Nazionale dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, ordinata da Cesare Brandi. Il progetto di riunione  è curato dal direttore regionale Musei della Toscana Stefano Casciu, da Elena Rossoni e dal soprintendente Andrea Muzzi.

Nicoletta Curradi