venerdì 19 marzo 2010
Il cassero di Montevarchi (AR)
Immaginate un castello in pietra grigia, al centro di una grande e scenografica piazza, al limitare della "Mandorla" che rende unico, per originalità di impianto urbanistico, il borgo di Montevarchi nell'aretino, alla porta del Chianti.
A popolare il castello, centinaia di sculture, creature nate tra Ottocento e Novecento, bronzi, legni, gessi, terrecotte, ceramiche, marmi, collocate su mensole rosso mattone su sfondo azzurro, a suggerire scenografie modernissime che si coniugano perfettamente con le pietre delle strutture antiche. Oppure istallate nello statuario al pianoterra, a guardare, ed essere ammirate, di là dalle ampie superfici di vetro che aprono il Cassero verso la grande piazza.
Criteri museografici e museologici all'avanguardia e gusto per la scenografia sono sottesi alla collocazione di questo patrimonio d'arte, facendolo per la prima volta emergere dai depositi, ma soprattutto dalle case-studio appartenute agli artisti. A sovrintendere alla nascita del nuovo Museo-Centro di documentazione è il professor Alfonso Panzetta, che, su mandato del Comune di Montevarchi, lo dirige.
Il tutto è solo la punta di un iceberg.
Il Cassero per la Scultura è infatti non tanto e non solo un nuovo spazio museale che non ha paragoni in Italia, ma un progetto originale, unico nel suo genere. Un luogo per imparare a guardare la scultura e un centro dove scoprire, conoscere, documentare e comunicare la scultura italiana degli ultimi due secoli.
Come finalità primarie il Cassero per la Scultura si pone infatti la ricerca e la documentazione della plastica italiana otto e novecentesca.
E ciò allestendo esposizioni d'ampio respiro, stabilendo rapporti con le Università italiane, oltre che naturalmente, toscane, ponendosi come punto di riferimento per le numerose Gipsoteche e Musei d'Artista presenti nella Regione ed in Italia, e avviando con esse progetti comuni per la divulgazione e la conoscenza di collezioni poco note e visitate. Ma alle finalità primarie, il Cassero affiancherà anche una singolare e innovativa attività didattica destinata ai visitatori più giovani.
Al momento la collezione permanente, interamente restaurata, consta di oltre mezzo migliaio di opere tra bronzi, marmi, gessi, terrecotte e disegni, di artisti toscani e italiani, giunte a Montevarchi grazie a donazioni di privati, e sono queste le opere con cui apre il Cassero per la Scultura.
In sale dedicate, il visitatore potrà così ammirare le creazioni di maggior rilievo di artisti come Michelangelo Monti, Timo Bortolotti, Arturo Stagliano, Alberto Giacomasso, Mentore Maltoni, Valmore Gemignani, Firenze Poggi e Donatella (Dodi) Bortolotti. Oggi tutte patrimonio dell'istituzione aretina. E con esse le sculture dei montevarchini Pietro Guerri, Elio Galassi e Ernesto Galeffi, già di proprietà comunale.
Non mancano i capolavori come L'inizio alla vita e Gioventù di Michelangelo Monti, il primo - eccellente esempio di quella scultura d'impegno sociale - venne esposto alla Quadriennale di Torino del 1902 davanti al notissimo Quarto Stato di Pellizza da Volpedo oggi alla GAM di Milano, il secondo invece, più novecentista, apprezzato da Margherita Sarfatti alla I Biennale romana del 1921. Il Pescatorello e La preda di Timo Bortolotti, rispettivamente esposti il primo alla II Quadriennale romana del 1934 e alla storica Esposizione d'Arte Italiana al Jeu de Paume di Parigi nel 1935, dove ottenne l'apprezzamento di Maillol, e il secondo alla IV Quadriennale romana del 1942. Ma anche lo straordinario ritratto del 1932 di Gastone Brilli Peri, storico antagonista di Nuvolari, con cuffia e occhialoni da pilota, opera matura di Pietro Guerri, e il fascinoso e tremendo Roi René del 1964 di Ernesto Galeffi, unicum assoluto nel panorama della scultura occidentale del secondo Novecento.
Ma il Cassero per la Scultura, oltre che un suggestivo e godibilissimo (oltre che innovativo) scrigno di opere esposte è anche un fondamentale centro di documentazione. In locali accessibili agli esperti accoglie infatti un considerevole numero di documenti originali, fotografie d'epoca e rassegne stampa, cataloghi d'arte. Un cuore archivistico che si sta allargando grazie a continue donazioni e acquisizioni e che già oggi è tra i più importanti del Paese.
Per Informazioni:
Cassero di Montevarchi , via Trieste 1
Ufficio cultura del Comune tel. 055/9108230; 055/910831
Apertura al pubblico: da giovedì a domenica con orario 10-13 e 15-18.
Segreteria del Museo: da lunedì a venerdì 9-13; giovedì e venerdì anche 15- 18
Biglietto intero: ? 3,00. Ingresso gratuito per gli over 65 anni. Sotto 18 anni ? 1,00
Fabrizio Del Bimbo
martedì 9 marzo 2010
In viaggio nella "valle del bello e del buono": Garfagnana per tutti i gusti
Bando alle solite banali vacanze al mare o in montagna: visitiamo la media valle del fiume Serchio, area collinare della provincia di Lucca, che offre un’ampia gamma di opportunità per il turista più esigente.
Tra i principali centri da visitare in Garfagnana ecco Barga, terra d'adozione del poeta Giovanni Pascoli, i cui versi furono ispirati dalla natura incontaminata, dalla vita semplice, dai vecchi proverbi e dalle vecchie usanze. Degno di nota è il Duomo di Barga risalente all’anno 1000. Ancora oggi visitando la “Valle del Bello e del Buono” come fu definita proprio dal poeta romagnolo, oltre al Museo Casa Pascoli, dimora rimasta come l’ ha lasciata la sorella Maria, scomparsa nel 1953, si possono ammirare antichi borghi, fortificazioni, chiese, ponti medievali che profumano di poesia e rivivere il passato ricco di storia, di arte, di cultura, di tradizioni e di prodotti enogastronomici unici e tipici.
Tra le località di maggior interesse storico-scientifico sono la nota stazione termale di Bagni di Lucca, i cui stabilimenti, celebrati fin dal Medioevo per le proprietà terapeutiche delle loro acque, furono frequentati da illustri personaggi storici.
Visitando il Comune di Borgo a Mozzano, a poco più di 20 chilometri da Lucca, ci si imbatte nello scenografico Ponte della Maddalena detto Ponte del Diavolo ed assistere all’evento “Mostra Mercato” dedicato allo spettacolare fiore dell’azalea, che trasforma la località in un grande giardino: strade, chiostri e piazzette si riempiono di fiori, piante, prodotti agricoli ed articoli per il giardinaggio, attrezzature e macchine agricole.
A Coreglia Antelminelli si trova il Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione, unico nel suo genere e tappa obbligatoria per chiunque sia interessato alla conoscenza della storia e dello sviluppo della figurina di gesso.
Base di partenza ideale per la scoperta del territorio garfagnino è Il Ciocco Hotels & Resort, confinante con Casa Pascoli, e luogo perfetto per un soggiorno dalle mille sfaccettature: comfort, classe, riservatezza, divertimento, natura in un enorme parco naturale. A disposizione un hotel 4 stelle (il Music hotel), 3 hotel 3 stelle (i College Hotels), ristoranti, impianti sportivi (tennis, maneggio coperto, percorsi trekking, campi sportivi), sale per meeting, piscina coperta ed esterna, beauty spa. Per divertirsi è disponibile anche la Scuola di Pilotaggio Mitsubishi, che organizza tours in 4X4 da 1 o 2 ore e da ½ ed intera giornata per visitare le Cave, l’Alpe di San Pellegrino, i crinali dell’Appennino Tosco-Emiliano, la Grotta del Vento ed altri luoghi ed anche la tenuta del Ciocco, che si estende per 2000 ettari.
Per saperne di più non si dimentichi di procurarsi la nuova guida del Gambero Rosso dedicata proprio alla Garfagnana e curata da Irene Arquint. E' in vendita nelle migliori librerie.
Per ogni ulteriore informazione si consulti il sito dell'APT di Lucca all'indirizzo web www.luccatourist.it
Fabrizio Del Bimbo
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