martedì 18 dicembre 2007
La storiella del Galletto Nero...
Che il Gallo Nero sia l'indiscusso emblema del Chianti Classico è cosa accertata.
Ma è poco noto perché proprio questo pennuto animale sia stato scelto per far da simbolo ad uno dei vini più famosi al mondo.
Una domanda che stimola la curiosità e che trova la risposta in una storiella a metà strada fra la parabola, la leggenda e il campanilismo.
Firenze e Siena, orgogliose e troppo vicine repubbliche toscane e cosa nota non si sono mai amate, ognuna voleva primeggiare sull’altra.
Le scaramucce di frontiera erano all’ordine del giorno e il contendersi una zolla di terra pittosto che un’altra cosa normale.
Cosa fare allora per risolvere i confini del conteso Chianti una volta per tutte?
Affidare la risoluzione della scaramuccia al destino e a due imparziali galletti che con il loro canto mattutino avrebbero fatto da “starter” a due cavalieri che, partendo dalle rispettive città, si sarebbero incontrati in un punto preciso del Chianti dopo un’avvincente gara di velocità podistica.
Lì, dove i due cavalieri si fossero incontrati, il fato decretava il confine definitivo fra le due città.
Eravamo all’inizio del ‘200 quando l’avvincente gara prese il via. I fiorentini scelsero come loro starter un galletto nero ed i senesi uno bianco.
I furbastri fiorentini però usarono l’astuzia e tennero i giorni precedenti la disfida, il loro galletto rinchiuso al buio in una stia e pressochè a digiuno così che, quando arrivò il giorno pattuito per la sfida, l’animale fu liberato in piena notte ed iniziò a cantare forse per la gioia, ma lo fece così forte da svegliare il cavaliere fiorentino che così iniziò anzitempo la sua corsa.
Il fatidico incontro col cavaliere senese avvenne così nei pressi di Fonterutoli, praticamente alle porte di Siena dato che il podista senese si era allontanato solo 12 chilometri dalla sua città!
Quello stranito ed affamato galletto nerò che si mise a cantare in piena notte divenne a diritto l’emblema del vino Chianti Classico e qualche secolo dopo, venne addirittura affrescato in compagnia di Bacco nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.
L’ingegno fiorentino trionfò, del resto la gara era stata regolarissima. Entrambi i cavalieri erano partiti dalla loro città al canto del gallo…
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