GUY MASSAUX
opere 1987-1999 parte prima a cura di ANDREA ALIBRANDI
30 marzo – 12 maggio 2023
Il Ponte prosegue la stagione espositiva con la personale dedicata a Guy Massaux, artista belga di cui viene esposto un nucleo selezionato di opere dal 1987 al 1999. Nel 2024 la galleria Secci a Milano presenterà dell’artista una serie di lavori dal 2004 al 2013.
Il percorso della mostra si snoda attraverso disegni a carboncino di grande formato (1987), collage inchiostro di china e acrilico (1989), grandi carte su tela (1994), disegni su lucido (1995-1997), cassette-oggetti-quadri in alluminio e vernice colorata (1999).
Dopo le opere del 1987, come scrive Stephen Melville (1998), “sembra naturale collocare l’opera di Guy Massaux – nei materiali, nelle procedure, nella sistematicità e nell’aspetto generale – da qualche parte nell’orbita di un minimalismo che si muove verso il concettuale in modo simile a quello di Sol Lewitt, per esempio. Ma forse la parte più interessante di questo confronto è quella meno visibile, e risiede nel comune orientamento di entrambi gli artisti verso il disegno. In effetti, Massaux è stato per tutta la sua carriera estremamente coinvolto nel programma di disegno altamente teorico della Scuola di Belle Arti di Bruxelles (…) con preoccupazioni – che hanno animato questo programma – come dimostra l’opera stessa, fortemente formali, ma si collocano in un contesto significativamente diverso da quello associato al formalismo americano. In particolare, questa linea di lavoro – che, in una lettura ampia, comprende i primi lavori di Buren, Mosset, Parmentier e Toroni, quelli del gruppo effimero Supports-Surfaces, la pittura di François Rouan, Martin Barre e, più recentemente, Christian Bonnefoi – include la pittura (e, implicitamente, il disegno) come un’esplorazione sostenuta delle sue condizioni pienamente materiali. In quanto tale, non è particolarmente motivata da un orientamento verso il “puramente visivo” o “ottico”, ed è invece molto aperta all’idea che la scultura possa far parte delle capacità materiali della pittura, e che il riconoscimento di queste capacità non implichi necessariamente un allontanamento dalla pittura”.
Nicoletta Curradi
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