venerdì 21 dicembre 2007

"Siamo alle porte coi sassi"

E' questo uno dei più antichi modi di dire fiorentini.
Il suo significato è: "ci siamo quasi", "il tempo stringe".
Ma da dove e come nasce un così curioso modo di dire? Cosa c'entrano i sassi e le porte?

Per spiegarlo bisogna partire da lontano ed immergersi nella Firenze senz'altro risalire medievale, quando ancora non esistevano gli orologi.

Il ritmo delle giornate era allora scandito solo dal rintocco delle campane cittadine, che indicavano col loro suono al tramonto, l'approssimarsi della chiusura delle porte cittadine.

Chi era giunto per lavoro in città doveva così affrettarsi per non correre il rischio di rimanere chiuso in città per tutta la notte.
Allo stesso modo, chi si stava avvicinando a Firenze, capiva che era il momento di accellerare il passo o il galoppo del proprio cavallo, per non restare chiuso fuori le mura fino all'indomani mattina.

I soliti ritardatari - che non mancano mai in ogni epoca - giungendo in vista della città, quando le guardie cominciavano a chiudere i grandi battenti in legno delle antiche porte cosa facevano?

Non si scoraggiavano certo; ma prendevano in mano qualche grosso sasso e lo lanciavano verso le porte per segnalare il loro arrivo ed indurre così i custodi ad aspettarli.

Da qui il detto secondo una delle due versioni esistenti...

L'altra invece (che però è meno accreditata) sostiene invece che le guardie, bloccavano le porte con dei grossi macigni e che le sentinelle avessero l'abitudine di gridare ai ritardatari - sia in entrata che in uscita- :
"Correte. Siamo alle porte coi sassi!"
per indicare appunto che stavano per essere tolti i macigni che temporaneamente fermavano la chiusura delle porte.

11 commenti:

massimo ha detto...

A Livorno invece sembra che questo detto abbia radici diverse:
Quando fu costruito il nuovo cimitero comunale dei Lupi, non avendo ancora un cancello, il suo ingresso era delimitato da due sassi bianchi...il loro varcare significava simbolicamente la fine

Quixote ha detto...

Ma è possibile che ogni volta che si cita un fatto culturale TOSCANO lo si debba sempre riferire a Firenze?
La Toscana ha una gloriosa storia e, a prescindere dalla vittoria finale di Firenze, PRIMA (ma anche dopo eh) tutte le città Toscane VIVEVANO e creavano storia e cultura.
In sintesi: questo, come tanti altri, è un Detto TOSCANO e non fiorentino (anche fiorentino, ci mancherebbe).

Anonimo ha detto...

Si dice e si scrive accelerare con una "l" sola...

Anonimo ha detto...

Capisco l'invidia degli abitanti dei centri minori ma il modo di dire è fiorentino come accreditato da più fonti storiche.

giovanni ha detto...

In realtà il detto si riferisce al momento in cui i nemici si presentavano sotto le mura di una città. I difensori per impedirne l’ingresso gettavano sassi sopra coloro che volevano sfondare le porte della città.

Nicola ha detto...

Da quanto è fiorentino usa anche in altre parti della Toscana, Siena compresa che di fiorentino (se Dio vuole) non ha proprio nulla.

Nicola ha detto...

Come no:in più nel medioevo Firenze era uno delle città della Toscana, se parli di centri minori conosci ben poco la storia della tua regione. 😉

Roberto ha detto...

"Capisco l'invidia dei centri minori"....o come saranno boriosi questi fiorentini? Sarà per questo che in Toscana vi c'hanno un pò tutti sui corbelli?

Anonimo ha detto...

beh, dopo tutto la cosa più bella di Siena è la sita per Firenze

Unknown ha detto...

Certamente una banale svista.

Anonimo ha detto...

Si è esattamente x questo, al di là che il detto nasca da Firenze