Nicoletta Curradi
Nicoletta Curradi
L’opera fa parte della mostra che è aperta fino al 2 novembre all’interno del Complesso del Duomo di Siena, dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini
All’interno del Complesso monumentale del Duomo di Siena è visibile la mostra dedicata alla committenza del cardinal Antonio Casini, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426, un principe della Chiesa al centro della politica religiosa del suo tempo, tanto da essere definito ‘l’altro papa’ da un diplomatico senese.
Fra le opere appartenute all'insigne umanista e teologo la Madonna col Bambino, detta 'del Solletico', di Masaccio, tangibile segno del legame intenso del Casini con la Vergine Maria, è un prestito concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, alla Fabbriceria senese. All'interno del complesso del Duomo di Siena, Casini ha lasciato un'eredità artistica significativa come il rilievo di Jacopo della Quercia nella Galleria delle Statue del Museo dell'Opera, la copia del suo testamento nell'Archivio dell'Opera della Metropolitana o l'elegante pastorale con il Battesimo della Sala del Tesoro.
Un altro prestito del Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto, in mostra, è la bella Madonna delle ciliegie del Sassetta, cioè Stefano di Giovanni di Consolo, che fu apprezzato come pittore e considerato uno dei maggiori esponenti della pittura senese della prima metà del Quattrocento. L’opera in mostra è del 1445 circa e presenta il bambino Gesù mentre mangia una di quelle ciliegie che la Madonna tiene in mano.
"E' un approfondimento culturale all'interno del complesso e dell'acropoli che acquisisce una valenza significativa e amplia l'offerta di visita per un turismo di qualità in questo momento di ripartenza", ha detto il Rettore dell'Opera della Metropolitana, Guido Pratesi.
L'esposizione, promossa dall'Opera della Metropolitana, è ideata e organizzata da Opera Laboratori, con la collaborazione dell'Arcidiocesi di Siena - Colle Val d'Elsa- Montalcino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo, della Biblioteca comunale degli Intronati.
Info: wwww.operaduomo.siena.it
Nicoletta Curradi
Con opere provenienti dalle Collezioni Gonzaga di Mantova e dal ramo d’Asburgo
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L' 11 maggio 2021 il Santa Maria della Scala a Siena ha dato il via al nuovo allestimento museale dedicato interamente alla Collezione Piccolomini Spannocchi finalmente riunita. Le sale del quarto livello dell’antico ospedale ospiteranno in modo permanente quella che, per vari motivi, è una delle collezioni più interessanti e si presenta come una delle più affascinanti e forse meno conosciute raccolte di opere d’arte della città di Siena. Vengono riunificate 165 opere di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola, Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma; Albrecht Dürer, Otto van Veen, Albrecht Altdorfer, Peeter Snayers.
La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Direzione Regionale Musei della Toscana (Direttore Stefano Casciu), il Comune di Siena (Sindaco Luigi De Mossi), e la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo (Soprintendente Andrea Muzzi). A ciò si unisce il contributo della Galleria degli Uffizi, con il prestito concesso dal Direttore Eike Schmidt delle due opere della collezione Piccolomini Spannocchi lì depositate dal 1913, e quello dell’Amministrazione Provinciale (Presidente Silvio Franceschelli) con la concessione delle due opere ancora conservate nella sua sede. Della raccolta è parte integrante anche una serie di cartoni di Domenico Beccafumi, relativi al pavimento del Duomo di Siena: questi ultimi lavori, unica eccezione, resteranno alla Pinacoteca Nazionale di Siena mentre il resto, proveniente in massima parte proprio da questo museo (137 dipinti), viene riunito dopo oltre un secolo agli altri quadri della Piccolomini disseminati altrove. Si tratta in particolare di 24 opere dal Museo Civico di Siena oltre a 2 dalla Provincia di Siena e 2 dagli Uffizi.
La Collezione Spannocchi nasce nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi e riunisce le raccolte di famiglia provenienti in parte dai Giuseppe Spannocchi e dal ramo tirolese degli Asburgo. Nel 1835 la famiglia donò la quadreria alla Comunità Civica di Siena da cui passò alla Galleria dell’Istituto di Belle Arti. Ultimo passaggio, precedente all’attuale, è nel 1932 quando le opere giungono nella nuova Regia Pinacoteca Nazionale dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, ordinata da Cesare Brandi. Il progetto di riunione è curato dal direttore regionale Musei della Toscana Stefano Casciu, da Elena Rossoni e dal soprintendente Andrea Muzzi.